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San Basilio of Rio Favara, a sip that takes you back to childhood. (tornare bambino in un sorso)

San Basilio of Rio Favara, a sip that takes you back to childhood. (tornare bambino in un sorso)

La contrada San Basilio, nell’estremo sud della Sicilia, collocata in un lembo di terra che dista 5 km dal mare e dai pantani Longarini e Cuba. Queste oasi naturali sono ricche di acqua salmastra, specie ittiche e fauna selvatica, creando un terroir esclusivo, grazie propio all’abbraccio di questa terra unica tra il mare e la collina.

A San Basilio troverai il “Principe” di Sicilia, il Nero d’Avola, accompagnato da altri vitigni antichi, rari e quasi sconosciuti, quali il Surra, il Pignateddu, Nzolia, Muscatedda ed il Niururussu, che tradotto dalla lingua Sicula significa dalla buccia “Nera” ma colore “Rosso”.

Senza tralasciare che, mezzo secolo fa e forse anche di più, era abituale inserire nella vigna altri vitigni fuori dalla caratteristica generale, per esaltare il profilo del vino. Ad esempio,  qualche pianta di moscato potrebbe dare un tocco più dolce al “ruvido” rosso.

Si metteva anche qualche alberello di uva da tavola, come la famosa uva cardinale, lo scopo non era quello della vinificazione, ma piuttosto veniva messa in vigna strategicamente, per consentire ricche e succulente pause dal lavoro, assaggiando chicchi che davano freschezza e dolcezza al lavoratore affaticato.

La vinificazione del San Basilio di Rio Favara avviene nella maniera più tradizionale ed antica del vitigno “principe”, tramite macerazione sulle bucce di 48 ore.

E’ importante ricordare che negli anni 70 il Nero D’Avola era riconosciuto come “Vino di Pachino” o “Rosso di Pachino”, uva  che diede lustro alla città più a sud della Sicilia e che reggeva la sua economia appunto tramite la viticoltura.

In quegli anni la vinificazione avveniva nei palmenti con leggere macerazioni, era uso farne una di 6 ore per ottenere un vino da bere tutti i giorni, poi le 12 e le 24 ore di macerazione sulle bucce, venivano destinate per vini più corpulenti. Raramente si procedeva ad una vinificazione con macerazione di 48 ore, perché  all’epoca, secondo “detti” e “gusti” popolari il vino veniva molto “forte”.

Ricordo da bambino che, i miei nonni,  mi spiegavano che quando un vino aveva fatto questa “lunga” macerazione, si riconosceva perché lasciava un segno sul vetro, proprio ne veniva impresso, quasi un timbro da inchiostro, a volte indelebile (la causa era la scarsa composizione del vetro).  Per ogni bambino che assisteva ed ascoltava,  la vista del vino che colorava il bicchiere era affascinante.

Il Vino era l’orgoglio di un popolo. Durante i mesi della vendemmia,  flotte di persone si radunavano dai paesi vicini e il reclutamento aveva luogo in piazza. Ogni vendemmiatore era “armato” del suo amato coltello da vendemmia, ed il primo taglietto del pollice era come l’iniziazione, il battesimo con una goccia di sangue per la raccolta che cominciava.

Questo vino, ricrea in me i ricordi della mia infanzia, i suoi profumi mi fanno ritornare indietro nel tempo, il ricordo di calici offerti nelle case ad ogni ospite. Trovo subito aromi di frutti di bosco acerbi, prugne mature, una leggera nota di terra calcarea, tanto sole e tanto mare che hanno fatto  maturare quest’uva, e naturalmente l’inconfondibile sentore di pepe, in questo caso pepe rosa.

Ho degustato l’annata 2021, qualche anno di bottiglia gli hanno creato l’eleganza di un grande vino. La sua parte olfattiva preannuncia un palato di tutto rispetto.

In bocca è diretto, sincero, di grande intensità e persistenza. La spalla acida è la caratteristica del vitigno nella maniera più classica, le uve rare a supporto gli creano fascino ed unicità ad ogni sorso.

Il Nero D’Avola non perdona ripensamenti. Aprire una bottiglia di San Basilio, significa degustare calice dopo calice in modo “convulsivo” (scherzo) ma voglio solo indicare che ad ogni sorso l’intensità con cui raggiunge le papille gustative cresce e si trasforma in enoiche emozioni.

Questo vino si sposa con carni speziate, salsiccia al coltello, condita all’uso meridionale con peperoncino, pepe verde e gli inconfondibile semi di finocchietto selvatico. Diventa unico con carni al forno o al sugo “lento” e dalle grandi cotture… poi se volete veramente godere abbinateci delle polpettone di carne.

Raccomandata 1 bottiglia a persona (scherzo… forse)

Aging: a few years

Investment: optimal

Value for money: excellent

pleasantness index: good

Rio Favara

Contrada Favara  

97015 Ispica (RG)

info@riofavara.it 

www.riofavara.it 

Tel: +39 0932 705130